sabato 7 novembre 2009

silenzi e ombre

il-nastro-bianco.jpgil bianco e nero di haneke è accecante, accecante nei panorami e nelle nevi all'aperto e fuori dal villaggio, accecante durante le feste e nei campi, sui prati

diventa nero, cupo, buio e cigolante negli spazi chiusi, quando si chiudono le porte, le finestre, quando ognuno è da solo con sè, la famiglia, altro

è violento il bianco e nero di haneke, senza sangue, senza urla, senza la violenza assassina e perfida che si è abituati a vedere, senza colpevoli, solo vittime


è una metafora il bianco e nero di haneke, non rivolta a ideali o pensieri aulici, ma metafora di sè stessa, chi colpisce viene colpito, chi sbaglia viene colpito, la vergogna e la gogna pubblica sono le mura della chiesina, con il padre che non si sottrae al pensiero e alle usanze del villaggio


il colpevole non c'è, non importa ad haneke trovarlo, si immagina, altri ci hanno visto cose grandi, ci hanno visto quel buio sufficiente ad estrapolare dall'essere umano la violenza necessaria negli occhi di quei bambini diventati adulti venti anni dopo, ci hanno visto analogie fra simboli, fra nastri e stelle

io non so se haneke volesse farci vedere questo, con le sue immagini lente, le sue inquadrature fisse e le sue ombre dentro a stanze buie, haneke sicuramente ci fa vedere dei meccanismi, di chi distrugge per vendetta, chi si impicca per vergogna, chi umilia per invidia, chi picchia per gioco, chi incendia per vedere, chi frusta per punizione, chi abusa per noia, chi piange da solo e chi disprezza e odia, uomini che hanno il potere su donne e bambini, che tacciono e acconsentono, nascondono e fan finta di niente, che si vendicano e forse cambiano la Storia





Il Nastro Bianco (Das Weiße Band)

Voto: 7,5


 

 

 

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