oggi voglio parlare di un libro che ho finito di leggere qualche giorno fa in uno dei miei viaggi, anzi spostamenti, in treno
il libro parla di un certo yair che vede una donna e comincia e inviarle lettere meravigliose, aprendosi totalmente e confidandole la parte piu nascosta e piu intima di sé
ah, dimenticavo, il libro si chiama Che tu sia per me il coltello ed è scritto da david grossman
inizia cosi una corrispondenza, corrispondenza che si intuisce dalle lettere stesse di yair, che trovano risposta e che fanno riferimento a quelle di ritorno, della donna, di myriam
per un bel po di pagine questo, con frasi a volte molto-quasitroppo auliche, a volte bellissime, meravigliose nella grandezza e nella purezza, in una ricerca dell'intimità assoluta creata dalla simbiosi costruita sulle parole e sullo spogliarsi del mondo per l'altro
dico la verita, inizialmente questo era quasi eccessivo, a volte mi è venuto in mente fosse il delirio di un folle che immagina tutto, poi il libro prende le parti di lei, parte meravigliosa, e si capisce tutto, si vedono le fughe, le paure, gli allontanamenti, la necessita e il bisogno dell'altro, altro inteso come insieme di parole e modo e possibilita per arrivare a sé, per essere sé
poi inizia a piovere, ed è bellissimo
il treno continuava ad andare, ancora una mezz'oretta, fisso con lo sguardo fuori e dentro, poi la mia stazione, gli scalini, lo stordimento, ancora la necessita di pensarci un po, la difficolta nel parlare per la testa piena, due passi a piedi, per prendere ancora un po di tempo
ho pensato che ora, quando sei con me, conosci alla perfezione il mio vocabolario piu intimo